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TRATTAMENTI DI PROTEZIONE SUPERFICIALE: GRES PORCELLANATO TECNICO E NUOVI SCENARI POSSIBILI

EVOLUZIONE DEL GUSTO E PROGRESSI DELLA TECNOLOGIA

Le mutazioni del gusto, unitamente all’evoluzione di tecnologie altamente performative e sempre più sofisticate, hanno portato nel tempo all’affermazione massiva di superfici ceramiche che riproducono sul piano estetico un ampio ventaglio di materiali naturali.

 

Se da un lato la tecnologia digitale ha consentito di raggiungere risultati graficamente stupefacenti, alcuni processi di finitura post cottura - come levigatura e lappatura - hanno permesso dall’altro di conferire alle superfici ceramiche alcune caratteristiche in grado di restituire le qualità principali dei materiali di riferimento. 

Marmi, pietre e onici in primis.

 

PROCESSO DI LEVIGATURA E LAPPATURA

Com’è noto, il processo di levigatura – pur andando ad abradere e asportare uno strato superficiale di pochi micron - fa emergere le microporosità più o meno sferiche presenti all’interno dello smalto.

Tali porosità, se non vengono in qualche modo protette, possono essere attaccate da sporco e sostanze chimiche che comprometterebbero il prodotto.

 

PROTETTIVI SUPERFICIALI E SUPERFICI CERAMICHE

I prodotti di protezione superficiale sino a oggi disponibili sul mercato hanno dimostrato la loro efficacia sul gres porcellanato smaltato ma sono risultati meno incisivi se applicati su altri tipi di superficie ceramica, come ad esempio il gres tecnico (a tutta massa o a doppio caricamento). Sia esso atomizzato o micronizzato.

 

Perché?

Le ragioni del differente risultato risiedono nella diversa natura chimico-fisica delle due tipologie di materiale.

 

GRES PORCELLANATO

Il gres porcellanato smaltato presenta un sottilissimo strato superficiale di smalto fuso di circa 100/200 micron.

Questo strato si comporta a tutti gli effetti come un vetro rendendo il materiale molto resistente a macchie e attacchi chimici.

 

GRES PORCELLANATO TECNICO

Il gres porcellanato tecnico è un prodotto sinterizzato.

Il processo di sinterizzazione, diversamente da quello di fusione, pur avvenendo a temperature molto elevate e saldando tra loro i grani di polvere, non produce una completa fusione del materiale.

Mediante la sinterizzazione è possibile raggiungere approssimativamente il 70% di vetrificazione pertanto il prodotto finale presenta delle micro zone di fusione localizzate che non abbracciano tutta la massa.

Tale caratteristica conferisce al materiale una struttura e una morfologia interna sensibilmente differente da quella dello smalto vetroso. 

La superficie, maggiormente permeabile, è dunque caratterizzata dalla presenza di porosità non sferiche e interstizi morfologicamente eterogenei come crepe, spigoli, incisioni, etc..

L’assenza di smalto superficiale, unitamente alla sua diversa morfologia, fa del gres tecnico un materiale maggiormente sensibile e più difficile da proteggere con i prodotti sino a oggi disponibili sul mercato.

 

EVOLUZIONE TECNOLOGICA E NUOVI SCENARI

Questi ultimi, una volta applicati, vanno infatti a chiudere le porosità mediante un processo di riempimento e sigillatura aderendo meccanicamente alla superficie.

 

In tempi recenti sono tuttavia state studiate e sviluppate alcune nuove tipologie di prodotti che interagiscono chimicamente con la superficie ceramica da proteggere.

Anziché agire per riempimento, questi prodotti vanno a creare un coating uniforme e completamente vetrificato in grado di modificare le caratteristiche chimico-fisiche superficiali del gres tecnico levigato.

 

In termini grossolani potremmo parlare di una “nano-smaltatura a freddo” capace di aderire e ancorarsi allo strato superficiale seguendo i movimenti di ogni fessura, foro o incrinatura.

 

La natura chimica del processo sembra dunque allargare le possibilità sul piano dei trattamenti superficiali che possono oggi essere estesi in maniera maggiormente efficace a diverse tipologie di materiali e aprire conseguentemente a nuovi scenari tecnico-estetici.

 

 

Scorri le immagini e visiona le differenze.

 

 



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