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È possibile abbassare il valore di conducibilità elettrica delle acque del processo ceramico?

Come già evidenziato nel post dedicato alle acque di macinazione ( Che caratteristiche deve avere l’acqua di macinazione per ottenere una barbottina ad alta densita? ), il controllo della conducibilità elettrica diventa essenziale al fine di evitare problemi di natura reologica all’interno della barbottina.

L’acqua di macinazione destinata alla produzione delle barbottine d’impasto ceramico è di norma costituita da acqua di pozzo unitamente ad acque reflue trattate, derivanti indistintamente dalle linee di smalteria, dai reparti di macinazione o da altre fasi del processo produttivo.

Le acque reflue trattate sono tuttavia caratterizzate da una conducibilità elettrica estremamente elevata che è , sul piano della stabilità reologica, ben oltre il limite massimo sostenibile dalla barbottina.

Sul piano teorico esisterebbero a tutti gli effetti alcuni metodi fisici – come ad esempio i sistemi osmotici – che consentirebbero di abbassare la conducibilità spingendola ai livelli necessari.
Tali trattamenti sono però estremamente onerosi sul piano economico e pertanto non possono essere  presi in considerazione all’interno di un qualsiasi processo produttivo.

Quale strada si può dunque percorrere?
E’ possibile aggirare l’ostacolo andando ad agire su altre leve?

L’unica soluzione possibile risiede nell’utilizzo, durante la fase di macinazione, di opportuni prodotti chimici ad azione sequestrante che possano ridurre il quantitativo di cationi multivalenti e che al contempo favoriscano lo scambio cationico con ioni monovalenti (come ad esempio il sodio).

Cosa significa?

Scambio cationico e azione sequestrante sono meccanismi che contribuiscono all’inspessimento del doppio strato elettrico presente sulle micelle argillose così da favorire la repulsione tra le micelle stesse.
Tale allontanamento fa sì che le micelle scorrano l’una sull’altra riducendo in maniera sensibile la viscosità.

Questo tipo di intervento, di fatto, non riduce la conducibilità ma agevola il processo di deflocculazione​​​​​​​ andando ad agire sulla fluidificazione delle micelle argillose.



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