#31 APPLICAZIONE DI SMALTI CERAMICI E DIFETTI TECNICO/ESTETICI: L'EFFETTO TELEVISORE
Indice
- 1. Smalti, tecnologie applicative e difetti
- 2. Effetto televisore
- 3. Tensione superficiale
- 4. Gestione del problema
1. Smalti tecnologie applicative e difetti
Come è noto, gli smalti ceramici possono essere applicati sul supporto crudo con diverse metodologie sulla base delle tecnologie disponibili e dei risultati finali che si desidera ottenere. Tra le tecnologie che potremmo definire analogiche, l’applicazione per mezzo di cabina spray ricopre un ruolo primario rispetto alle ormai sorelle minori rappresentate dalle applicazioni a vela o campana. Va anche detto tuttavia che i tempi recenti hanno visto l’affermazione di metodologie di scarico alternative che da un lato chiamano in causa la stampante digitale (applicazioni digitali) e dall’altro coinvolgono macchinari di nuova generazione che sfruttano dispositivi che si situano a cavallo tra le due sopracitate tecniche e che potremmo indicare come dispositivi meccanici.
Al di là della tecnologia scelta, la preparazione e l’applicazione dello smalto – se non correttamente gestite – possono comportare la comparsa di difetti in fase produttiva in grado di compromettere il materiale finale, sia sul piano tecnico che estetico. Già durante il processo di macinazione (gli smalti ceramici vengono preparati macinando fritte e materie prime in acqua) risulta indispensabile l’uso di prodotti chimici in grado di conferire allo smalto la necessaria stabilità reologica e le caratteristiche specifiche richieste di volta in volta dai produttori. Questa prima additivazione potrebbe tuttavia non essere sufficiente in quanto lo smalto può comunque manifestare in fase applicativa imperfezioni di norma promosse da alcuni parametri dello smalto e dal set-up della macchina (o della linea produttiva) che risultano essere fuori standard rispetto al necessario. Tra i difetti più comuni si possono annoverare l’effetto buccia d’arancia derivante da un improprio livellamento dello smalto, l’effetto spolvero promosso da una insufficiente coesione interna al sistema acquoso, sfondini e spillature di solito frutto di tempi di asciugamento non conformi o di una incompatibilità chimica tra i vari strati che, andando a sovrapporsi, vanno a formare il corpo ceramico (engobbio, graniglia, smalto finale).
2. Effetto televisore
Tra le varie anomalie, l’effetto televisore è certamente tra i più singolari. Esso consiste in una sorta di MIGRAZIONE PREFERENZIALE dello smalto verso i bordi della piastrella che produce – in quelle zone specifiche – un inspessimento dello smalto stesso. Il risultato estetico (o meglio, antiestetico) si concretizza con un rigonfiamento più o meno regolare che segue il perimetro del materiale ceramico e che ricorda lo schermo dei televisori a tubo catodico. Da qui il nome.
ORIGINE DEL PROBLEMA
Le radici del problema possono essere riconducibili a diversi fattori ma la principale responsabile del difetto è individuabile nei valori eccessivamente elevati della tensione superficiale dell’acqua che, insieme alla parte solida, costituisce la sospensione di smalto. Quest’ultimo, in risposta alla tensione, tende infatti ad assumere una forma sferica migrando alle estremità del supporto proprio per diminuire l’energia superficiale.
3. Tensione superficiale
Si definisce tensione superficiale la forza di coesione delle particelle sulla loro superficie esterna.
Grazie alla forza di coesione, le particelle che si trovano nell’interfase*** liquido-aria sono concatenate le une alle altre in modo tale da creare una pellicola invisibile. Tale forza esterna di coesione è chiamata, appunto, tensione superficiale. Essa permette a un fluido (come ad esempio l’acqua) di rimanere all’interno di una goccia e consente, ad esempio, agli insetti di camminare e riposare sulla pelle dell’acqua o ad una moneta di pochi centesimi (e dunque leggera) di adagiarsi sulla superficie del liquido senza sprofondare. Tra tutti i liquidi, l’acqua è caratterizzata dai più alti valori di tensione superficiale. La tensione superficiale è una proprietà intensiva dei liquidi: una proprietà che non dipende dall’estensione della materia, cioè dalla massa.
Al microscopio: una molecola all’interno di un liquido è circondata da molecole dello stesso tipo ed è conseguentemente soggetta ad attrazioni che si sviluppano in ogni direzione e che, controbilanciandosi, rendono nulle le forze che agiscono sulla molecola stessa: la molecola rimane al proprio posto. Se invece si prende in esame una molecola che si trova sulla superficie del liquido si noterà che la risultante delle forze che agiscono sulla molecola, in assenza di molecole che si trovino nella parte sovrastante, non sarà più nulla ma produrrà una forza diretta verso il basso, determinando la tendenza del liquido a contrarsi. In sostanza la molecola viene tirata verso l’interno. Se si vuole espandere la superficie liquida occorre vincere questa tendenza alla concentrazione per mezzo di un’importante quantità di energia. Tale energia viene chiamata appunto tensione superficiale.
4. Gestione del problema
Per gestire al meglio il fenomeno ed evitare/controllare la migrazione dello smalto si possono percorrere due differenti strade. La prima consiste nell'aumentare la velocità di drenaggio sulla piastrella mediante l’uso di appropriati additivi chimici. L’aumento dei tempi di drenaggio in qualche modo va ad interrompere il processo di migrazione costringendo lo smalto a rimanere nella propria sede
In alternativa si può pensare di ridurre la tensione superficiale dello smalto attraverso il coinvolgimento di adeguati bagnanti di substrato. L’abbassamento della tensione, infatti, è il primo responsabile del mancato movimento che si viene a sviluppare internamente al sistema. In alcuni casi, si possono quindi utilizzare additivi PARZIALMENTE IDROSOLUBILI che in sostanza fungono da livellanti e che sono contraddistinti dalla capacità di bagnare le particelle inorganiche di smalto mediante l’abbassamento della tensione superficiale dell’acqua quel tanto che basta a portare a una disagglomerazione delle particelle stesse facilitandone la loro omogenea dispersione all’interno del sistema. La diminuzione dell’elevata tensione superficiale dell’acqua – che effettivamente non permette l’ingresso delle molecole d’acqua all’interno degli agglomerati così da idratare/bagnare tutte le particelle – fa sì che l’acqua riesca a penetrare tra le particelle di solido in sospensione che sono tra loro agglomerate e che trattengono aria al loro interno. La disagglomerazione congiuntamente all’abbassamento della tensione superficiale dello smalto produce un vero e proprio effetto livellante ed evita la formazione del cubo catodico sul perimetro della piastrella.
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